Andrà tutto bene

Data pubblicazione: Apr 05, 2020 8:14:9 PM

#andràtuttobene

attraversiamo un periodo senza precedenti che lascerà un segno indelebile nella memoria collettiva, modificherà i nostri comportamenti, le abitudini, gli stili di vita e ha già fatto scricchiolare le nostre certezze e i progetti futuri. La pandemia di COVID-19 rappresenta un rischio per la nostra salute, per quella delle persone a noi care e, ormai per tutta la popolazione mondiale; un’ondata devastante sulla nostra quotidianità familiare e lavorativa ma anche sull'economia nazionale e globale. Non possediamo esperienza quando si verifica una sciagura inaspettata e imprevista come il coronavirus. L’evento considerato, con incauta leggerezza, improbabile sino ad ora, manipola e manovra le nostre vite. Gli esperti e il governo nazionale spiegano con una, ormai, inutile prevedibilità retrospettiva quello che ci è accaduto e che ci sta accadendo e così, necessariamente, il distanziamento sociale e l’utilizzo unicamente delle tecnologie digitale hanno preso il posto delle relazioni umane e della socializzazione. È sconvolgente apprendere che gli esperti avevano già avvertito del rischio di pandemie virali causate dai cambiamenti climatici che modificano l’habitat dei “vettori” animali, dall'intrusione umana in tutti gli ecosistemi, dalla rapidità degli spostamenti e dalla sovrappopolazione. In altre parole, se si interviene o si distrugge un ecosistema, questo troverà un nuovo equilibrio che può avere conseguenze mortali sugli esseri umani. Insomma, come sostiene David Quammen, l’autore americano del saggio, tornato di urgente attualità, “Spillover. L’evoluzione delle pandemie” più distruggiamo gli ecosistemi, più smuoviamo i virus dai loro ospiti naturali e più ci offriamo come ospite alternativo. In definitiva, se l’ambiente viene stravolto ci esponiamo ai nuovi virus che effettuano un salto di specie da animale a essere umano, innescato dalla promiscuità con animali selvatici e amplificato da pessime condizioni igieniche. Purtuttavia, la politica mondiale ha sempre ragionato seguendo schemi privi di lungimiranza, ridondanza ed eticità, focalizzandosi, solo e soltanto, sulla logica economicistica dilagante del mercato, del profitto, dell’efficienza a danno degli ecosistemi e delle fasce di popolazione più indigenti. In sostanza, come ha già detto il più grande esponente della Chiesa cattolica in occasione dell’indulgenza plenaria del 27 marzo 2020, in una Piazza San Pietro deserta: “ci credevamo sani in un mondo malato”. Tutti noi, anche come sindacato, siamo costretti a confrontarci con le straordinarie sfide imposte dall'emergenza sanitaria. Da sempre, la FLC CGIL ha affrontato e sovente superato le difficoltà che si sono presentate, con tenacia, determinazione, resilienza e, nel contempo, ha sostenuto e difeso i diritti, la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei soggetti più vulnerabili. Mai come in questo doloroso e incerto momento, dobbiamo sostenerci a vicenda con fiducia e speranza, ottimizzare gli strumenti a disposizione e affinare e moderare la gestione della comunicazione perché è innegabilmente vero che nessuno può farcela da solo.

#andràtuttobene è l’hashtag che più ci accompagna durante questa emergenza coronavirus fin dai primi giorni. Una frase colma di ottimismo e vitalità che leggiamo sui social e che in molti scrivono su striscioni appesi ai balconi accanto al disegno di un arcobaleno. La stessa frase con un cuoricino disegnato a mano che è stata ritrovata nei primi giorni di marzo, in alcune zone della Lombardia, su diversi post-it attaccati sui portoni, sui citofoni, sulle vetrine dei negozi, alle fermate degli autobus, con l’intento di raggiungere più persone possibili e incoraggiarli a non mollare

Anche il simbolo del Terzo Paradiso, rimodulazione del segno matematico dell’infinito, disegnato per la prima volta dall'artista contemporaneo biellese, Michelangelo Pistoletto, nel 2003 e il suo successivo percorso letterario sono l’emblema di un cambiamento sociale all'interno di una dimensione glocale, ossia il pensare in modo globale e l’agire a livello locale.

Il simbolo del Terzo Paradiso è composto da tre cerchi consecutivi. Il primo cerchio rappresenta il luogo in cui gli esseri umani erano perfettamente inseriti nella natura, il secondo è quello artificiale sviluppato dall'intelligenza umana che utilizzando la scienza e la tecnologia ha creato bisogni e prodotti artificiali ed infine, il Terzo Paradiso, disegnato in centro, dall'intreccio tra il primo e il secondo, è la terza fase dell’umanità in cui l’intelligenza umana trova un delicato e indispensabile equilibrio per convivere con l’intelligenza della natura e assicurare al genere umano la propria sopravvivenza.

Infatti, il termine Paradiso nell’antica lingua persiana significa “giardino protetto”, cosicché gli esseri umani dovrebbero essere i giardinieri che difendono il pianeta Terra e curano la società che lo abita.

Di conseguenza, nella situazione odierna di smarrimento generale l’immaginazione di un possibile Terzo Paradiso ci rende consapevoli che il vero cambiamento, la vera conoscenza, la rinascita passano attraverso le relazioni sociali autentiche, la crescita spirituale, l’unione, lo scambio, il consolidamento del rapporto natura-uomo-cultura.

Attualmente l’emergenza sanitaria connessa alla diffusione del coronavirus induce il ministero competente ad inviare finanziamenti ed indicazioni operative che, anche se non scaturiscono dal contratto vigente, sono essenziali rispetto all'applicazione di decreti-legge, DPCM che intervengono con particolari previsioni nei confronti delle Istituzioni scolastiche. Le misure prese guardano nella direzione del “lavoro agile”, della didattica a distanza, indicati come modalità ordinaria di svolgimento delle attività scolastiche sino alla agognata cessazione dell’emergenza.

I docenti stanno imparando in fretta ad usare le tecnologie digitali in quanto professionisti seri, portatori di un valore aggiunto, in grado di bilanciare responsabilità e dovere civico-deontologico, di riconvertire o aggiornare le proprie competenze in percorsi innovativi che mettono a disposizione dei loro alunni e condividono con i colleghi, a beneficio di tutti. I “lavoratori della conoscenza” con il loro encomiabile lavoro, attraverso una collegialità partecipata e costruttiva, garantiscono a “distanza” la relazione educativa, coordinati da una leadership competente ed ottemperante alle indicazioni operative ministeriali. La scuola rientra fra i “servizi essenziali” e i diritti costituzionalmente garantiti e, pertanto, essere educatori “presenti ma non in presenza” assicura alle istituzioni scolastiche di continuare a rappresentare presidio di istruzione, educazione e legalità.

Similmente a quello che sta succedendo nell'istruzione, l’intero mondo del lavoro si modificherà e si confronterà con i nuovi assetti sociali che la crisi sta determinando.

Coltivare la speranza, saper essere cittadini responsabili ci permetterà di concretizzare l’augurio dell’hashtag #andràtuttobene e imboccare la strada che porterà a una nuova normalità di vita.