Catania. Didattica a distanza, questionario Flc Cgil: “Il 12% degli studenti non ne ha beneficiato. Fase 2, meglio nuova edilizia per le scuole”

Data pubblicazione: Apr 11, 2020 10:35:11 AM

Adesso bisogna lavorare in anticipo evitando le ripercussioni che si potrebbero verificare, per garantire il diritto allo studio e la sicurezza dei docenti e del personale scolastico

La FLC CGIL di Catania ha effettuato un monitoraggio nelle scuole di Catania e provincia somministrando un questionario al fine di costruire la mappatura provinciale delle attività di didattica a distanza. Il risultato rivela che questa, così come ideata in fase di emergenza Covid, non possa rappresentare anche una soluzione per la cosiddetta “fase 2” delle scuole. Al contrario, per Cgil e FLC Cgil di Catania, “ciò che viene immaginato già adesso, ossia una modalità di didattica a distanza ridotta ed un riutilizzo di quelli che sono gli spazi attuali, a nostro avviso, sarebbe una soluzione insufficiente e inadeguata”.

Ma veniamo ai risultati del questionario che è stato compilato a cura delle RSU e dei delegati scolastici; dai dati ricevuti è possibile ricavare un campione su 42 scuole catanesi che rappresenta il 23,33% delle istituzioni scolastiche di ogni ordine presenti in tutta la provincia. Tutti gli istituti che hanno risposto confermano l’applicazione della didattica a distanza. I numeri rivelano che circa l’88% degli alunni ha potuto seguire le lezioni, mentre quasi il 12% ( 11,9% esattamente) non ha tratto giovamento della didattica a distanza in quanto sfornito o carente di pc e tablet, nonché di collegamento a internet. Riguardo a presunte interferenze o esasperazioni da parte dei dirigenti scolastici (tra queste, l’imposizione di orari o di rendicontazioni troppo rigide) l’analisi del campione segnala che queste si sarebbero evidenziate solo nel 9,52% dei casi, mentre per il restante 90,47% , le interferenze e le pressioni sarebbero state poche o nulle, oppure limitate ad aspetti più organizzativi.

Altra questione, già evidenziata dalla FLC CGIL, è legata alla mancanza della “didattica a distanza” (DaD) all’interno del contratto dei docenti e a regole chiare nel suo espletamento, dettate recentemente dalle circolari ministeriali in ragione dell’emergenza. Partendo dall’orario di lavoro che subisce, appunto con l’attuale emergenza, una deregulation nell’attuazione della DaD, facendo emergere chiaramente che sia gli insegnanti, quanto gli alunni, impiegano più tempo e svolgono in orari meno classificati le proprie attività. Si è persa la regolamentazione del tempo usato per la didattica: in pratica, “si è passati dal classico orario delle attività didattiche ad un continuum di operosità senza precedenti e senza pause regolamentate”.

La CGIL e la FLC CGIL di Catania avevano già espresso, la scorsa settimana, le loro considerazioni sulle criticità del sistema della didattica a distanza, attivata a causa dell’emergenza COVID 19. “Oggi, alla luce della previsione che questa modalità sarà adottata quasi sicuramente fino alla fine dell’anno, – commentano in una nota congiunta il segretario della Camera del lavoro, Giacomo Rota, la segretaria confederale Rosaria Leonardi, il segretario generale della Flc Cgil, Tino Renda, e la dirigente Antonella Distefano della FLC – è necessario ritornare sulla necessità del recupero delle lacune e delle disparità che si sono inevitabilmente generate. Pensiamo dunque che occorra un fortissimo investimento nell’edilizia scolastica pubblica che permetta fin da subito di poter disporre a settembre, strutture che garantiscano salute, didattica e la piena realizzazione del distanziamento sociale per il contenimento del coronavirus, che deve essere misurato in base all’età degli alunni e alle necessità didattiche.

Per tali ragioni, pur apprezzando la decisione del Ministero che l’8 Aprile ha annunciato la riconferma per lo stesso organico (diritto e fatto) per l’anno scolastico 2020/2021, sarà necessario prevedere anche nel nostro territorio, il potenziamento degli organici dei docenti, sia sui posti comuni, sia su quelli di sostegno, con una diminuzione del numero degli alunni per classe. Oggi se abbiamo una certezza – concludono Rota, Leonardi, Renda e Distefano – è che niente sarà più come prima e che pertanto anche a Catania bisogna lavorare in anticipo e con lungimiranza, evitando le gravi ripercussioni che si potrebbero verificare, per garantire il diritto allo studio e la sicurezza dei docenti e di tutto il personale scolastico, nonché la libertà d’insegnamento ancora garantita dalla nostra Costituzione”.

Rmdn